In un’intervista su Forbes l’ex direttore di Corriere della Sera e de Il Sole 24 Ore Ferruccio De Bortoli si interroga sull’importanza, spesso trascurata, delle realtà solidali italiane. Il capitale sociale della solidarietà, composto da volontari.
De Bortoli non è nuovo di una certa idea di terzo settore, essendo da 4 anni parte del consiglio di amministrazione di Vidas, associazione dedicata all’assistenza dei malati terminali. Una onlus che fa impresa, rispettando standard qualitativi e di bilancio eccellenti e fornendo assistenza ad oltre 1.600 malati nell’arco degli ultimi 12 mesi. Un modello sostenibile, nel pieno rispetto dei criteri Esg, assai vicino a quello promosso da Vincenzo Manes con la sua Fondazione Dynamo.
Sebbene ancora culturalmente lontani dal modello anglosassone, gli italiani risultano essere sempre più attenti al bene comune: un vero e proprio “esercito di volontari” composto da 6 milioni di persone, unito ai tantissimi donatori che decidono di dedicare il 5 per Mille o ulteriori fondi alle cause sociali.
De Bortoli legge favorevolmente la riforma Renzi, capace di sbloccare nuove risorse per le realtà del Terzo Settore, sempre più bisognose di supporto per svolgere il loro ruolo sussidiario a quello dello Stato, sempre meno in grado di destinare direttamente fondi a fini sociali.
L’idea di convogliare i patrimoni donati o recuperati dall’evasione fiscale all’interno di una fondazione come quella Fondazione Italia Sociale fortemente voluta da Manes, sembra essere la strada giusta per coordinare vecchie e nuove idee e fornire al Terzo Settore le risorse necessarie per sviluppare il suo potenziale.
Tecnologia, Sharing Economy, sostenibilità ambientale, sociale e di governance: sembrano concetti destinati a sposarsi con questo concetto di sussidiarietà che rifugge il mero assistenzialismo ma desidera costruire modelli virtuosi e perfettamente efficienti dal punto di vista imprenditoriale.
Con un iter legislativo prossimo alla conclusione, la speranza è che sempre più realtà aderiscano a questi processi e decidano di investire in quest’idea di Terzo Settore, senza lasciarsi scoraggiare da spauracchi di crisi economiche e malumori infondati.